ALGODISTROFIA

È una malattia rara, le cause sono per lo più sconosciute e colpisce in maniera pressoché esclusiva il tratto mano-spalla e i piedi.

La principale manifestazione della malattia è:

  • dolore importante associato ad edema.
  •  edema midollare osseo.
  •  spesso si ha la percezione dolorosa per stimolo normalmente non doloroso.
  •  una percezione dolorosa sproporzionata allo stimolo.
  •  arrossamento.
  • temperatura alterata e sudorazione anomala della parte colpita.

I sintomi possono comparire da pochi giorni a oltre un mese dal’evento del trauma, il trauma potrà essere di differente gravità.

L’algodistrofia, essendo spesso conseguente ad un evento traumatico, viene rilevata solitamente dal medico ortopedico il quale, a causa della non specificità dei sintomi, può confonderla con altre malattie che hanno tra i sintomi il dolore, la sensibilità modificata e l’osteoporosi localizzata.
La diagnosi è puramente di tipo clinico, come affermano i criteri diagnostici internazionali: il primo sintomo che viene preso in considerazione è il dolore regionale e poi si valutano gli altri sintomi e segni clinici associati. Non esistono analisi di laboratorio utili alla diagnosi e gli unici esami di supporto sono la risonanza magnetica e la scintigrafia ossea. Di conseguenza facendo una radiografia, la zona colpita dall’algodistrofia può mostrare un’osteoporosi “a chiazze”, anch’essa evocativa, ma non diagnostica per l’algodistrofia.

Il dolore è il sintomo dominante e l’obiettivo delle terapie è quello di ridurlo. Purtroppo, antidolorifici e antinfiammatori classici, così come i cortisonici, hanno un effetto modesto e transitorio sui sintomi dell’algodistrofia.

La fisioterapia ha un ruolo importante per evitare un danno funzionale permanente, ma va iniziata prima possibile, la malattia tende ad irrigidire e a degenerare la funzionalità motoria della parte interessata.
La muscolatura progressivamente perde la sua funzionalità motoria, le articolazioni coinvolte si irrigidiscono.
Se la terapia fisioterapica viene applicata nell’immediato e in modo intensivo, in modo specifico esclusivo per questo tipo di malattia.
I risultati sono piuttosto rapidi e si scongiura il danno permanente dell’arto che rischia di diventare paralizzato o comunque non utilizzabile per una vita autonoma.

La percentuale di successo tende a decadere con l’avanzamento della malattia: se nei primi tre mesi di esordio della malattia si possono portare a casa ottimi risultati, dopo 10-12 mesi questo approccio tende a perde efficacia. È una patologia che nel suo decorso si modifica dal punto di vista clinico e, di conseguenza, i risultati terapeutici dipendono molto dalla fase in cui la malattia viene trattata.
La diagnosi precoce e l’intervento fisioterapico adeguato fin da  subito, sono essenziali, per il buon recupero dell’arto e il  debellare della malattia.

In Italia siamo in pochi con tale esperienza per intervenire in modo adeguato ed efficace sull’algodistrofia.

SLA – Sclerosi Laterale Amiotrofica

La Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA), è una malattia neurodegenerativa progressiva che colpisce i motoneuroni, cioè le cellule nervose cerebrali e del midollo spinale che permettono i movimenti della muscolatura volontaria.

Esistono due gruppi di motoneuroni; il primo (primo motoneurone o motoneurone corticale) si trova nella corteccia cerebrale e trasporta il segnale nervoso attraverso prolungamenti che dal cervello arrivano al midollo spinale. Il secondo (2° motoneurone) è invece formato da cellule nervose che trasportano il segnale dal tronco encefalico e dal midollo spinale ai muscoli.

La SLA in genere progredisce lentamente e, se ben curata, consente una qualità di vita accettabile.
La gravità può variare molto da un paziente all’altro, perché diversi possono essere i muscoli colpiti, la velocità del peggioramento e l’entità della paralisi. Nel singolo malato l’evoluzione può essere valutata solo attraverso il controllo neurologico periodico (ogni 2-3 mesi).
È comunque necessario essere molto cauti nelle previsioni.
In genere si osserva una progressiva perdita delle capacità di movimento, che può arrivare alla completa immobilità. Anche la masticazione, la deglutizione e la capacità di parlare possono essere compromesse.
Gradualmente si manifesta nel soggetto la paralisi respiratoria, cui si può ovviare solo ricorrendo alla ventilazione meccanica.
Anche nelle fasi più avanzate la malattia colpisce soltanto il sistema motorio e risparmia tutte le altre funzioni neurologiche.

La SLA non compromette gli organi interni (il cuore, il fegato, i reni) né i cinque sensi (vista, udito, olfatto, gusto, tatto).

Sono raramente toccati i muscoli che controllano i movimenti oculari e quelli degli sfinteri esterni che trattengono le feci nell’intestino e le urine nella vescica. Il pensiero, le attività mentali e le funzioni genitali sono preservati.

Fatta questa premessa sintetica, con lo SHIATSU si può valutare di svolgere un attività di stimolazione neuro-muscolare con lo scopo di “migliorare”, “contenere”, l’evoluzione della malattia.

Da precisare che non è una terapia di guarigione e sostitutiva alla farmacologica, ma può essere una terapia complementare alle vostre terapie, e in particolar modo da valutare caso per caso, perché non tutti reagiscono in ugual modo agli stimoli fisico-fisiologici che produco.

Anche se molto spesso i risultati sono positivi, sempre nel contesto della malattia, in particolar modo nella fase iniziale.